Si tratta di una patologia della regione calcaneare posteriore (foto) caratterizzata da una borsite retroachillea (infiammazione della borsa, cioè una sorta di sacca che funge da ammortizzatore per il tendine), da una tendinopatia inserzionale del tendine di Achille (infiammazione del tendine a livello dell’inserzione col calcagno che spesso presenta calcificazioni dell’inserzione-freccia) e da una prominenza ossea dell’angolo superiore del calcagno che determina impingement (conflitto) con la faccia anteriore del tendine di Achille.
Calcagno di Haglund è riferito ad una particolare conformazione del calcagno di origine congenita che favorisce la comparsa della borsite e della tendinopatia. Si tende a comprendere in questa definizione anche le forme di infiammazione rertocalcaneare con sintomatologia analoga (credo ormai per abitudine). Se si indossano delle scarpe con il bordo posteriore rigido alla stessa altezza della prominenza ossea, il tendine rimane schiacciato e questo, a lungo andare, può provocare infiammazione e gonfiore; spesso può formarsi un callo ipercheratosico. In casi inveterati si possono formare calcificazioni intra e peri-tendinee. Si tratta di una patologia che colpisce spesso gli sportivi ma anche lavoratori che utilizzano calzature rigide. Il peso corporeo influisce in modo significativo. Essendo una patologia da sovraccarico spesso sono colpiti soggetti in sovrappeso o obesi. Nei casi trascurati si può arrivare alla rottura parziale o totale del tendine di Achille.
Per questo è importante eseguire sempre una risonanza magnetica ad alto campo per valutare le condizioni del tendine di Achille.
Cause:
- Anatomiche: presenza di una tuberosità calcaneare posteriore particolarmente alta e spigolosa (il vero e proprio calcagno di Haglund); piede cavo; piede varo;
- Funzionali: attività fisica (sport, lavoro, etc. soprattutto se associati a peso eccessivo)
- Esterne (in pazienti predisposti): calzature non idonee; microtraumi ripetuti; traumi;
I sintomi principali sono dolori acuti provocati dallo sfregamento del bordo posteriore della calzatura con il calcagno, tendiniti e tendinosi dell’achilleo che spesso tende ad ingossarsi, infiammazione del calcagno, ipercheratosi con la cute che, in alcuni casi, può ulcerarsi.
Il trattamento conservativo consiste nell’utilizzo di scarpe aperte posteriormente e con un rialzo calcaneare di 4/5 cm, applicazione di cerotti protettivi specifici sul calcagno, onde d’urto per ridurre l’infiammazione, FANS (solo su prescrizione medica) e infiltrazioni di acido ialuronico.
L’intervento chirurgico è indicato quando il trattamento conservativo non abbia portato a remissione della sintomatologia o quando si evidenzi una lesione del tendine. L’intervento per i casi più semplici lo eseguo con una piccola incisione peritendinea tra i 4 ai 6 cm (foto).
Lo scopo è rendere lo spazio tra l’apice della tuberosità calcaneare e il tendine achilleo più ampia possibile. Per fare questo eseguo una resezione parziale della tuberosità posteriore, asportando la borsa infiammata e se necessario asportando osteofiti peri e intra-tendinei. Nei casi di lesioni del tendine sarà necessario anche il trattamento ricostruttivo.