L’esostosi osteo-cartilaginea, conosciuta anche come osteocondroma, è un tumore osseo benigno che si manifesta attraverso la formazione di escrescenze ossee rivestite d cartilagine in corrispondenza delle metafisi (la parte terminale o iniziale) delle ossa lunghe. Si manifesta prevalentemente al femore distale e tibia prossimale e più raramente scapole e bacino ma qualsiasi segmento osseo può esserne interessato.
La malattia è molto diffusa e si manifesta soprattutto durante l’adolescenza e cioè quando lo scheletro è in una fase di accrescimento; può colpire anche soggetti con più di 50 anni, in prevalenza gli uomini rispetto alle donne.
La patologia può essere solitaria oppure multipla, che è la forma più grave che può dar vita alla “malattia esostante ereditaria” .
L’esostosi multipla può degenerare in una forma maligna conosciuta comecondrosarcoma (neoplasia maligna molto rara che colpisce le ossa e ha origine nel tessuto cartilagineo)
Le cause
Per quanto riguarda la forma di esostosi solitaria, ad oggi però non è chiara la causa scatenante e proseguono gli studi medici in tal senso.
Invece per quanto riguarda la forma di esostosi multipla è di origine ereditaria quindi tende a trasmettersi di padre in figlio.
I sintomi
L’esostosi soprattutto durante i primi anni è asintomatica anche se a volte può manifestarsi con i seguenti sintomi:
- disturbo della crescita ossea (soprattutto se in prossimità delle cartilagini di accrescimento);
- limitazione nei movimenti;
- dolore se l’esostosi comprime un nervo, un tendine o un vaso sanguigno;
- deformazioni ossee
Se in età adulta il dolore tende a diventare più intenso è possibile che l’esostosi sia degenerata nel condrosarcoma. L’esostosi viene diagnosticata a seguito di una visita ortopedica, l’anamnesi dei sintomi e l’esecuzione di radiografie. La TC può essere necessaria per valutazioni più accurate o in caso di recidive. La patologia va trattata esclusivamente con la rimozione chirurgica dell’osso lesionato.
L’intervento prevede un’ampia resezione della lesione con esame istologico del reperto asportato. Il trattamento postoperatorio rieducativo prevede riposo e intensa mobilizzazione assistita del segmento articolare adiacente l’asportazione, da iniziare dopo l’intervento e da proseguire per almeno 30 gg.
La recidiva è piuttosto frequente e imprevedibile.