Entesopatia calcaneare
Cos’è la fascite plantare?
La fascite plantare è un’infiammazione della fascia plantare (detta anche aponeurosi plantare): si tratta di una robusta fascia fibrosa che collega la zona mediale del calcagno con la radice delle dita del piede. Tale legamento è importante nella trasmissione delle forze del tricipite surale (il muscolo del polpaccio) alle dita. Le sue caratteristiche visco-elastiche consentono di trasmettere l’energia derivante dall’esecuzione dei passi o dei salti, fornendo una forte spinta propulsiva.
La fascite plantare è la prima causa di dolore al tallone ed è una delle patologie di più frequente riscontro. Si stima che tra il 4% e il 7% della popolazione è affetto da un dolore al tallone, e, tra questi, circa l’80% sono dovuti alla fascite plantare. Circa il 10% delle persone ne sono colpite durante il corso della loro vita. Si tratta di una patologia che colpisce spesso gli sportivi ma anche lavoratori che utilizzino calzature rigide. Il peso corporeo influisce in modo significativo. Essendo una patologia da sovraccarico spesso sono colpiti soggetti in sovrappeso o obesi.
L’infiammazione e dolore possono localizzarsi a livello del calcagno, e in questo caso la patologia prende il nome di fascite plantare prossimale, oppure, più anteriormente, a livello del mediopiede, e in questo caso si parla di fascite plantare distale. In genere il dolore insorge a livello del calcagno e, in assenza di trattamento, può estendersi prossimalmente migrando lungo l’avampiede fino a interessare tutta la pianta del piede, col risparmio delle sole falangi distali (le punta delle dita).
La presenza di un osteofita in sede inserzionale (il cosiddetto sperone calacaneare) non è sempre rilevabile ma soprattutto non è la causa della sindrome dolorosa bensì una conseguenza dell’infiammazione della fascia in sede dell’inserzione prossimale sul calcagno soprattutto nei casi inveterati.
Cause principali
- particolari conformazioni anatomiche del piede: piede piatto o piede cavo. Avere un piede piatto o cavo altera l’equilibrio delle forze fisiologiche che agiscono durante il cammino. Questo può accentuare le sollecitazioni sull’aponeurosi plantare;
- calzature inadeguate: indossare scarpe troppo larghe o troppo strette; eccessivamente morbide o rigide;
- sovrappeso e obesità: statisticamente le persone in sovrappeso o obese sono più soggette perché il piede deve sostenere l’intero corpo e questo aumenta le sollecitazioni sulla fascia plantare. Ad aumentare ancora di più i rischi è l’aumento di peso in breve tempo. Anche le donne in gravidanza sono soggette a questa patologia;
- attività fisica troppo intensa, sproporzionata o eccessiva rispetto al carico di allenamento abituale: una categoria a rischio sono gli sportivi che percorrono lunghe distanze di corsa o svolgono movimenti che sollecitano molto la fascia plantare come salti o scatti. Anche chi svolge lavori molto attivi o che prevedono di rimanere a lungo in piedi possono essere colpiti da questo disturbo.
Sintomi
Il sintomo principale è il dolore localizzato a livello planatare nella parte interna del tallone ma che può estendersi alla parte centrale del piede e all’avampiede fino a interessare l’intera pianta del piede a esclusione delle falangi distali. Tipico il dolore mattutino appena scesi dal letto oppure dopo lunghe pause in cui si resta immobili e tende a ridursi o persino scomparire dopo una progressiva mobilizzazione per poi ricomparire dopo uno sforzo, che può essere rappresentato da una corsa, lunghe passeggiate o semplicemente al termine della giornata.
Può manifestarsi come una “fitta”, molto intensa e di breve durata, oppure di più lieve entità ma più prolungata nel tempo. La rottura della fascia, soprattutto nei casi trascurati, seppur rara, è un evento possibile. Tipici segni e sintomi della rottura della fascia plantare includono un clic o un rumore di schiocco, un significativo gonfiore e un dolore acuto localizzato alla pianta del piede. Una buona parte dei casi di è responsiva al trattamento conservativo. I principali trattamenti conservativi per la fascite plantare sono:
- riposo: evitare per qualche settimana le lunghe camminate, il rimanere a lungo in piedi e gli allenamenti intensi. Questo ridurrà l’infiammazione locale.
- farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici
- terapia infiltrativa con cortisonici e/o acido ialuronico
- indossare calzature adeguate ed eventualmente plantari e/o tutori specifici
Intervento chirurgico
L’intervento chirurgico è indicato quando il trattamento conservativo non abbia portato a remissione della sintomatologia. Lo eseguo con una piccola incisione longitudinale mediale prossimale alla fascia plantare. Si tratta di una procedura di pochi minuti. Con questo piccolo accesso è possibile individuare in massima sicurezza la fascia effettuandone una sezione completa. Per il trattamento postoperatorio sarà necessaria la rieducazione in acqua da iniziare dopo circa 15 gg e da proseguire per almeno 30 gg.