Le indicazioni chirurgiche sono basate su un preciso studio clinico-anatomico della mano e dell’arto superiore. Tali indicazioni devono tener conto non solo del bilancio della lesione, ma anche di un bilancio generale e cognitivo. È quindi possibile distinguere due tipi di mano: una potenzialmente funzionale per la quale il trattamento consente di recuperare alcune possibilità funzionali che, pur non essendo mai complete, permettono di ritrovare una “mano d’appoggio” e una potenzialmente non funzionale che resta funzionalmente inutilizzabile.
Obiettivo della chirurgia è correggere gli squilibri muscolari tra muscoli agonisti e antagonisti e le conseguenti deformità osteoarticolari. A tal fine, si può agire sul nervo (iponeurotizzazione cioè denervazione parziale selettiva dei nervi motori del muscolo spastico) o sul muscolo, rilasciando i muscoli agonisti (disinserzione muscolare, allungamento tendineo o miotendineo) o rinforzando l’azione dei muscoli antagonisti mediante trasposizioni tendinee. La stabilizzazione muscolare del polso, delle dita e del pollice in posizione adeguata si basa su artrodesi (blocco chirurgico definitivo di un’articolazione) e tenodesi (cioè utilizzare un tendine per stabilizzare un segmento articolare). Si tratta sempre e comunque di trattamenti custom made cioè su misura. Ogni paziente ha delle specifiche necessità e indicazioni.
Il trattamento postoperatorio comprenderà un ciclo di medicazioni fino a guarigione della ferita chirurgica e l’immobilizzzione con una valva scotch-cast per circa 30/40 giorni (a seconda del tipo di intervento effettuato). Il trattamento fisiochinesiterapico (rigorosamente in centri autorizzati e idonei al trattamento della patologa in questione) sarà fondamentale come fondamentale sarà il contatto diretto e costante con il chirurgo e il neurologo di fiducia per eventuali variazioni del trattamento farmacologico. Va sempre considerata, infine, l’imprevedibile tendenza evolutiva della patologia pre-esistente.
La mano spastica “a colpo di vento”
NELLE FOTO SOPRA UN ALLUNGAMENTO SELETTIVO DEI FLESSORI PROFONDI DI III, IV E V DITO DELLA MANO IN UNA FORMA ATIPICA DI PARKINSON