Le distorsioni di caviglia

distorsioni di caviglia

Almeno un volta nella vita quasi tutti hanno subito una distorsione della caviglia.

Si tratta probabilmente dell’evento traumatico più frequente in assoluto tra gli sportivi ma anche nella popolazione in generale. La stragrande maggioranza dei casi sono traumi in inversione cioè con il piede che si gira internamente alla caviglia. Questo è motivato dalla conformazione della tibiotarsica che è, per ragioni anatomiche, maggiormente vulnerabile verso l’interno.

Fortunatamente le lesioni sono spesso lievi e guariscono con semplici manovre conservative.
Gli anglosassoni utilizzano l’acronimo RICE (Rest/riposo, Ice/ghiaccio, Compession/compressione, Elevation/in scarico) per definire il trattamento. Quindi un bendaggio compressivo, il ghiaccio e l’arto in scarico per qualche giorno sono di solito sufficienti. Io consiglio anche qualche giorno di idrochinesiterapia e magnetoterapia.

Nei casi con sintomatologia significativa e deficit funzionale grave, edema con ematoma e dolore intenso e persistente è il caso di consultare uno specialista della caviglia per accertare possibili lesioni importanti.  Spesso è difficile valutare in fase acuta se vi sia o meno una lesione legamentosa importante. Ancor più difficile stabilire quali legamenti siano lesi. 
I tre legamenti che sono interessati dai traumi in inversione della caviglia sono il legamento peroneo-astragalico anteriore, il più frequentemente interessato, il peroneo-calcaneare ed il peroneo-astragalico posteriore (che raramente è interessato). Vari test vengono utilizzati per valutare le instabilità della tibiotarsica anche se in fase acuta risulta spesso difficile senza ricorrere a blocchi anestetici.
Fondamentale eseguire una RM al alto campo (almeno 1,5 tesla) da associare ad una attenta e rigorosa valutazione clinica. Quasi tutte le lesioni di grado I e II guarisce in 3/8 settimane.
I traumi ripetuti possono portare ad instabilità croniche.

La ricostruzione dei legamenti esterni della tibiotarsica è stata ed è tuttora oggetto di controversie sul quando, sul come ma soprattutto su chi effettuarla. Il giovane atleta è sicuramente il numero uno tra i candidati. Un’altra indicazione viene dalla lesione contemporanea dei legamenti PAA e PC che io considero indicazione assoluta (non tutti gli Autori concordano su questo).
Per quasi tutte le altre categorie di pazienti esiste una sorta di “anarchia” in cui ognuno ha proprie opinioni. Nella mia esperienza mi sono reso conto che una caviglia anche lievemente instabile (quelle che più frequentemente capita di valutare) porta nel tempo a condropatie (soprattutto mediali) e progressivi conflitti tibioastragalici molto invalidanti. Ritengo pertanto utile il trattamento ricostruttivo per un più ampio gruppo di pazienti.

RICOSTRUZIONE MINI INVASIVA CON CON L’UTILIZZO DEL TENDINE ESTENSORE LUNGO DEL IV DITO DEL PIEDE OMOLATERALE

La tecnica che prediligo ormai da diversi anni è personale e prevede l’utilizzo del tendine estensore del IV dito del piede prelevato in via percutanea. Eseguo l’intervento in circa 30-40 minuti con piccolissime incisioni (la più grande di 3 cm circa).
Il paziente viene dimesso con tutore ma senza carico per 30 gg e carico con tutore per altri 30. Deambulazione in acqua consentita  senza tutore invece dopo i primi 30 gg.

Eseguo spesso l’innesto tendineo anche in lesioni molto recenti come rinforzo alla sutura diretta.

Foto: le incisioni che utilizzo

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