A chi non è mai successo di avere formicolio alle mani con perdite temporanee più o meno significative di sensibilità? Tipico al risveglio mattutino, dopo aver dormito in posizioni “anomale” oppure dopo aver tenuto il telefono in mano per molto tempo o anche dopo movimenti inusuali. Si tratta di una situazione frequente e benigna ma che, se si ripete troppo spesso, merita una valutazione specialistica.
Le “formiche nelle mani” si chiamano parestesie e possono essere il sintomo di varie patologie multifattoriali. La più frequente e conosciuta causa di parestesie è la sindrome del tunnel carpale di cui abbiamo ampiamente parlato.
I nervi che, nell’arto superiore, possono causare sindromi canalicolari sono principalmente 3: il nervo mediano, il nervo ulnare e il nervo radiale. Questi nervi hanno origine dalle radici nervose cervicali che, convergendo nell’ascella, formano una sorta di centralina elettrica di smistamento, il plesso brachiale; da li si dipartono tutti i nervi dell’arto superiore (una sorta di cavi elettrici biologici) che discendono nel braccio e nell’avambraccio, attraversando canali specifici per ognuno di essi, fino a raggiungere la mano. In ogni canale vi sono passaggi particolari in cui i nervi possono subire, per svariate ragioni (lavoro, sport, traumi, cicatrici, vasculopatie e neoplasie) compressioni. In tutti questi casi avremo una sindrome canalicolare. Il nervo è molto sensibile allo schiacciamento e il primo sintomo, anche dopo una lieve compressione, è il formicolio nella zona innervata. La sintomatologia può essere temporanea o permanente a seconda del tipo e dalla durata della compressione. In diversi casi le parestesie ricorrenti sono dovute a compressione delle radici cervicali stesse, causate da artropatie intervertebrali, esiti di traumi, ernie del disco o piccole malformazioni o , più raramente, da neoplasie e vasculopatie. Per questo motivo ritengo importante come primo esame, in casi di diagnosi dubbia, oltre all’elettromiografia, anche una risonanza magnetica cervicale. In tutti i casi di sintomi atipici o non chiari, il primo passo è escludere compressioni delle radici cervicali, una sindrome dello stretto toracico superiore e/o patologie del sistema nervoso centrale e/o di altri distretti maggiori (sindromi sistemiche) e/o origini neoplastiche/vascolari. Quindi per evitare gravi ritardi nella diagnosi è consigliabile una visita specialistica precoce ed, eventualmente, in caso di dubbi, un elettrocardiogramma/una risonanza magnetica cerebrale/cervicale/una radiografia del torace ed ulteriori esami sulla base dei rilievi preliminari.
Nelle sindromi canalicolari tipiche i sintomi sono solitamente semplici da identificare e, con una visita specialistica e un’elettromiografia (esame che valuta la capacità del nervo di condurre l’elettricità), si avrà spesso una diagnosi sicura. Nei casi dubbi, come già detto, si dovrà procedere ad ulteriori accertamenti.
La più frequente e conosciuta sindrome canalicolare è certamente la sindrome del tunnel carpale. Un altro caso piuttosto frequente è la sofferenza del nervo ulnare al gomito ovvero la neuropatia da compressione del nervo ulnare nella doccia epitrocleo-olecranica e nell’arcata fibrosa dei flessori (tunnel cubitale). Anche in questa sindrome i sintomi sono classici: parestesie, spesso notturne o dopo attività fisica, al IV e V dito, dolori più o meno intensi alla stimolazione del gomito (Tinel), alle dita, al palmo e al polso, talvolta irradiati al braccio e alla spalla e deficit di forza della mano; nei casi gravi (fortunatamente sempre meno frequenti) si può avere perdita parziale o completa di sensibilità alle dita interessate e atrofia dei muscoli interossei. Tra le compressioni meno frequenti, ma comunque sempre da tenere in considerazione, consideriamo il nervo ulnare al canale di Guyon (nel polso), il mediano al gomito e il radiale al gomito. Spesso si tratta di patologie derivanti da neoformazioni e cisti tendinee o articolari. In alcuni casi anche gli esiti di fratture possono essere un’ulteriore causa di sofferenze neurologiche periferiche. Anche l’aumento eccessivo di massa muscolare nell’avambraccio o traumi complessi e/o esiti cicatriziali possono dare origini a sindromi canalicolari atipiche.
La diagnosi, come già detto per le più comuni sindromi canalicolari, è basata sulla valutazione clinica (i segni di Tinel e Phalen e il test di Weber sono i più utilizzati) e una elettromiografia (nei casi dubbi si ricorre a RM e ad ulteriori valutazioni specifiche).